CTM6 : CASTELLI DI TERRA
12 giorni – 10 pernottamenti in albergo – 1 in campo preallestito
1. Marrakech
Accoglienza in aeroporto e trasferimento in albergo. Pasti liberi. Pernottamento in albergo.
Partenza verso Essaouira, che ricorda per alcuni aspetti Venezia (Orson Welles girò qui alcune scene del film “Otello”). Al porto pittoresco i pescherecci scaricano ogni giorno il pesce per venderlo all’asta ma anche grigliarlo e consumarlo al momento. Le case sono imbiancate a candida calce e gli infissi sono blu, e l’effetto cromatico è particolarmente gradevole. Es-saouira significa “ben disegnata”, ed il nome è dovuto al fatto che la città, unica nell’antico Marocco, fu espressamente progettata e costruita nel 1764 in una posizione strategica per la sorveglianza della costa meridionale. Sulla Sqala, i possenti bastioni fortificati, troneggiano ancora i vecchi cannoni spagnoli. Pranzo libero. Cena e pernottamento in riad.
3. Essaouira – Agadir – Tafraout
Si percorre la bella e tortuosa strada costiera fino a Agadir, con panoramici scorci sull'oceano Atlantico. E’ la regione dell’argan, albero “fossile” che risale al Terziario. L’olio di argan è ampiamente usato, sia in cucina che nella cosmesi. Raggiunta Agadir, completamente ricostruita dopo il sisma del 1960, ci fermiamo al porto per il pranzo a base di pesce, frequentato da famiglie e lavoratori locali per la freschezza e i buoni prezzi. Continuiamo poi per Tafraout, nel cuore dell'Anti Atlante. Il villaggio si trova al centro di una conca circondata da montagne e le sue case rosate sembrano in bilico tra le rocce brune. I paesaggi ricordano quelli delle Meteore greche, addolciti dalla presenza di palme, mandorli ed olivi. Cena e pernottamento in hotel.
4. Tafraout – Izerbi – i granai collettivi – Icht
Lasciamo Tafraout per valicare l'Anti Atlante in direzione sud, dove si incuneano valli che sembrano canyon. In una di queste c'è Amtoudi, villaggio della tribù degli Id Aissa dove si trovano due gioielli di architettura tradizionale: due granai fortificati (agadir), costruiti in pietra a secco, che sembrano geminare dallo spuntone roccioso su cui sono appollaiati. La parola agadir è tradotta con "granaio collettivo", ma non è del tutto esatto. La proprietà di ogni cella resta individuale e ogni famiglia possiede la propria chiave. È collettiva invece la costruzione e la manutenzione. Dal primo, che contiene circa 70 celle, si domina tutta la valle e ha torri di guardia dove stavano gli uomini armati, il secondo è un autentico e monumentale capolavoro di architettura. Tre dei suoi lati sono a strapiombo su uno spuntone di roccia, intorno al quale si avvolgono "a chiocciola" le sue 90 celle. Cena e pernottamento in un resort.
5. Icht – i siti rupestri – la "valle incantata" – Tata.
Percorriamo la Valle del Tamanart, che si addentra nelle pendici dell’Anti Atlante e che porta le tracce di antiche popolazioni. È un vero "museo a cielo aperto", con centinaia di incisioni rupestri testimoni della presenza durante il Neolitico di specie animali ora estinte. Si entra poi nella valle di Ait Mansour, quasi un tunnel verde formato da palme, mandorli, fichi, oleandri. Lasciata fuori del nostro percorso Tafraout, ci inoltriamo verso un altopiano dove sin dal Medioevo si estraeva il rame. Scendiamo poi verso l'incredibile "Valle Incantata", profondo e silenzioso canyon, che si percorrerà in parte a piedi, dove il trascorrere del tempo non ha per nulla modificato l'aspetto medioevale dei villaggi di pietra. All'uscita della valle si punta in direzione di Tata, che fino agli inizi del secolo scorso rappresentava uno dei più importanti centri carovanieri e punto di riferimento per i commerci sahariani. Cena e pernottamento in albergo.
6. Tata – l'orologio a acqua – il monumentale agadir - le dune di Chegaga
Tata viveva dei commerci con il "Bilad al Sudan" (il paese dei Neri), come il vicino villaggio di Agadir Lehna. Qui potremo vedere il funzionamento tanto semplice quanto ingegnoso dell'orologio "a acqua", un sistema per calcolare esattamente l'acqua da distribuire ai vari orti dell'oasi. Una breve deviazione verso nord ci permette di visitare il più grande granaio collettivo del sud, con 400 celle distribuite su 5 piani. Breve sosta a Tissint dove vedremo una cascata formata da un fiume dalle acque salmastre. Si prosegue per Foum Zguid da dove inizia la lunga pista che porta alle dune e poi a Zagora e che attraversa il fondo liscio di un antico lago, il lago Iriki. Noi ci fermeremo per il pernottamento fra le alte dune dell'erg Chegaga, in un campo preallestito.
7. Chegaga – Valle del Draa – Tamnougalt
Si prosegue la traversata su pista sino a costeggiare la riva sinistra del fiume Draa, in realtà un letto asciutto e sassoso. Si ritrova l’asfalto a M'hamid, da dove ha inizio il lungo nastro verde che è la la Valle del fiume Draa, che alimenta un rigoglioso palmeto lungo ben 200 km. Agadir, ksar e kasba, le costruzioni in terra della valle, sono frutto di un’originale architettura, funzionale al clima e alle necessità di difesa della popolazione. I materiali di costruzione sono poveri, ma il risultato finale è ricco e la ricerca ornamentale produce complessi decori geometrici che alleggeriscono la pesantezza delle mura e delle torri. A Tamgroute, a sud di Zagora, una breve sosta permette la visita dell’interessante Biblioteca Coranica. Cena e pernottamento in una kasba restaurata.
8. Tamnougalt – il passo del Tizi 'n Tazzazert – Boumalne du Dadès
Ritorniamo per pochi chilometri sui nostri passi per oltrepassare l'oued Draa a Tansikht in direzione di Nekob, con i suoi numerosi ksour in terra giallo oro e le kasbah tradizionali. Nekob è il principale villaggio prima della traversata del jebel Sarhro, un antico massiccio vulcanico. Si percorre una pista che si incunea tra le montagne e salendo offre panorami incredibili sui camini lavici ormai erosi e sulle antiche colate, ora trasformate in rocce dalle forme bizzarre. Si supera il passo del Tizi 'n Tazzazert a 2200 m, oltre il quale si apre un altopiano frequentato dai nomadi Ait Atta. La discesa è più dolce, si apre su valli e villaggi fino a Boumalne du Dadès. Cena e pernottamento in albergo.
9. Boumalne – le Gole del Dadès – la pista di Bou Tharar – il labirinto verde di Skoura
Boumalne è il principale centro della regione del Dadès, fiume che scende tempestoso dall'Alto Atlante, si apre un passaggio fra le rocce creando le famose e bellissime gole omonime, fra tornanti scavati sul fianco ripido della montagna e panorami austeri con formazioni rocciose dalle sagome insolite. Dalla valle puntiamo poi verso il villaggio di Bou Tharar, percorrendo una valle incassata fra rocce dai colori incredibili mentre il villaggio è fra i più suggestivi, tutto in terra e con decorazioni in adobe. Cena e pernottamento in un hotel de charme.
10. Oasi di Skoura – Ouarzazate – la strada del sale – Marrakech
Skoura è una delle più alte oasi di montagna e il palmeto è di una densità non comune. Una passeggiata nel suo labirinto vi farà scoprire i villaggi di terra, autentiche fortezze ingentilite dalle eleganti decorazioni. La kasba di Amerhidil è la costruzione più bella e al suo interno un piccolo museo illustra la vita del palmeto. A Ouarzazate la kasba di Taourirt, anch'essa in terra pressata, rappresenta la dimora signorile, monumentale e ricca, dell'ultimo pascià di Marrakech, il Glaoui. Continuiamo verso un altro gioiello architettonico, Ait Benhaddou (UNESCO) per poi percorrere "la strada del sale", la via carovaniera di un tempo, che serpeggia sui fianchi ripidi della montagna, fra villaggi silenziosi e sul fondo gli orti irrigati dal torrente. Il passo del Tizi ' n Tichka (2260 m) ci introduce nel versante settentrionale dell'Alto Atlante, verde e boscoso, fino a scendere nella pianura di Marrakech, che si annuncia da lontano con il grande minareto della Koutoubia.
11. Marrakech
Giornata a disposizione per una visita personale della città. La giornata è dedicata alla visita della città, il cui cuore è Jemaa el-Fna. La piazza il mattino è il centro del commercio, affollata di bancarelle e di venditori all’asta. Dalla piazza parte il labirinto di vicoli del suk, dai magazzini pieni di stoffe, abiti e prodotti in pelle. Il pomeriggio Jemaa el-Fna è il palcoscenico per ogni sorta di esibizione, dai saltimbanchi agli incantatori di serpenti, dai ballerini ai musicisti. Intorno agli artisti che si esibiscono prospera il commercio di generi di ristoro, bevande, articoli artigianali, profumi, spezie. La notte l’affollamento non cambia, ed intensificano l’attività i ristoratori, che offrono insalate colorate, spiedini e calde zuppe, ma anche piatti tipici come le teste di montone bollite e le grandi lumache di Essaouira. E naturalmente tanto thé verde, dolce e forte, aromatizzato con profumata menta fresca. Pasti liberi. Pernottamento in hotel.
12. Marrakech
Trasferimento in aeroporto e partenza