CTM22 : Draa e Dades


9 GIORNI - 1200 KM - 8 PERNOTTAMENTI IN ALBERGO, IN FUORISTRADA

Due fiumi famosi sulle cui rive si addensa la vita: per secoli i Berberi hanno coltivato le oasi, raccolto l'henné e irrigato la palma da dattero, rubando l'acqua al fiume. Le loro kasbe fortificate sono il simbolo della tenacia e dell'amore per la terra, su cui i nomadi imponevano il dominio e davano protezione in cambio di datteri e cereali. Alcune di queste fortezze sono oggi confortevoli alberghi, ma l'atmosfera sospesa e misteriosa é rimasta la stessa, per farci sognare...

 

Viaggio effettuabile tutto l'anno.

Partenza garantita con minimo 4 partecipanti; per numeri inferiori è richiesto un supplemento.

Su richiesta è possibile organizzare la visita di Marrakech con guida parlante italiano.

 

PROGRAMMA

 

1. Ouarzazate. Accoglienza in aeroporto e trasferimento in albergo. Cena e pernottamento.

 

2. Ouarzazate – Zagora. Si percorre la valle del Draa, disseminata di ksar in terra. Agadir, ksar e kasba sono frutto di un’originale architettura autoctona funzionale ad un passato in cui la difesa era la principale preoccupazione della popolazione. Sosta al sito libico-berbero di Oum Chenna, nei pressi del villaggio di Tinzouline, dove le incisioni rupestri raffigurano cavalieri con scudo e lancia in atteggiamento di caccia o di combattimento. Visita del villaggio di Tamnougalt, una volta capitale della regione, che conserva intatta la sua struttura urbana. Il Fiume Draa, il cui corso è permanente in questo tratto, alimenta un rigoglioso palmeto lungo ben 200 km ai lati del quale sorgono numerose kasba berbere, le incantevoli residenze costruite in argilla, sassi e paglia. Disabitate, trascurate, queste signorili abitazioni stanno letteralmente dissolvendosi. Eppure sono cariche di fascino, di eleganza, di leggerezza, di gusto scenografico. I materiali di costruzione sono poveri, ma il risultato finale è ricco e la ricerca ornamentale produce complessi decori geometrici che alleggeriscono le mura e le torri conferendo all’insieme un aspetto aggraziato. All’interno spesso le sale si susseguono, illuminate attraverso finestre strette, per vedere all’esterno senza essere visti. Ecco infine il palmeto rigoglioso di Zagora, “la porta del deserto”. Un cartello stradale dipinto a mano mostra un tuareg ed una freccia verso il nulla: la direzione delle carovane per raggiungere Timbuctù. Un breve giro nell’oasi di Zagora permette di comprendere il sistema intricato e complesso di un’oasi e della coltivazione a tre strati, il più alto dei quali ha la funzione di fornire ombra a quelli inferiori: sopra di tutto le palme, sotto gli alberi da frutta e al suolo gli ortaggi. Dal monte Zagora, dove esistono i resti di una fortezza almoravide del XII secolo, la vista sull’enorme palmeto e lo stacco netto con l’aridità circostante valgono più di qualsiasi spiegazione. A Tamgroute, a sud di Zagora, una breve sosta permette la visita dell’interessante biblioteca coranica. Cena e pernottamento in albergo. 

 


3. Zagora – Merzouga. Da Zagora parte la pista anticamente percorsa dalle carovane che si recavano nella valle del Tafilalet. Il passo da valicare si chiama infatti Tiz ‘n Tafilalet, dopo il quale si punta verso nord e la pista percorre antichi tracciati conosciuti fin dalla preistoria. Il bel sito rupestre di Ait Ouazik, ne è una splendida testimonianza: gazzelle, disegni geometrici, fauna selvaggia sono ritratti con eleganza e con uno stile particolare, vicino alla sensibilità moderna. Si ritrova l’asfalto presso l’oasi di Tazzarine e si continua fino a Rissani, da cui è originaria la dinastia attuale: qui infatti si trova il Mausoleo del fondatore. Rissani è l’erede dell’antica Sijilmassa, nota sin dai tempi dei geografi arabi per le sue splendide costruzioni in terra e per il suo florido commercio trans-sahariano. Continuazione verso Merzouga e le sue famose dune. Si ritrova il deserto e un mondo di sabbia finissima. Cena e pernottamento in hotel.

 


4. Merzouga – Tinejdad. Partenza per Erfoud, ex guarnigione francese, in direzione di Goulmima. La strada attraversa numerosi villaggi e oasi alimentate con il sistema delle khettara o foggara, canali sotterranei di drenaggio dell’acqua, riconoscibili dai coni di terra allineati. Goulmina, ai margini del passaggio turistico, è un’oasi particolarmente interessante per le case-fortezza impressionanti per dimensioni e per le imponenti porte di accesso. Visita ad un antico Ksar ancora interamente abitato e al suo labirintico palmeto. Lungo il percorso si possono vedere delle strane piante, le piante-pietra o “fredolia”, così compatte e basse da sembrare sassi. Cena e pernottamento in hotel de charme.

 


5. Tinejdad – Tinerhir – Boumalne. Si riprende il circuito verso Tinerhir, una delle più alte oasi di montagna, è la porta delle gole impressionanti del Todra, stretto passaggio aperto dal torrente si continua a salire fino al villaggio di Aît Hani dove svoltiamo a ovest e scendiamo attrvarso le belle gole del Dades. Arrivo a Boumalne nel tardo pomeriggio. Cena e pernottamento in hotel.

 


6. Boumalne – Ouarzazate. Da Boumalne si risale il corso dell’oued Dadès, che stringendosi da origine alle famose e bellissime gole omonime, fra tornanti scavati sul fianco ripido della montagna e panorami austeri, fino all’imponente canyon che ne è la parte più spettacolare. Si ripercorre in parte la valle per poi cominciare una pista fino al villaggio di Bou Tharar, dalle alte case di terra decorate con mattoni a secco. Un passo, cui si accede con stretti tornanti sino a 1900 m, offre autentiche emozioni per i colori della montagna, al di là si estende la regione della coltivazione della “rosa damaschina”, e in primavera si trovano ovunque estesi roseti profumati dai quali si estraggono le essenze. Le oasi lungo il fiume Dadès, sviluppatesi a partire dal XVI secolo, presentano bei villaggi fortificati. Il versante sud dell’Alto Atlante offre in questa regione le montagne più belle: i colori degli strati geologici, le piccole oasi verdi, i villaggi di pietra e terra. E’ interessante il commercio dei minerali, di cui la zona è ricca, dall’ametista alla rosa del deserto, dalla barite ai geodi variopinti. L’oasi di Skoura, enorme, conserva alcune belle kasba fra cui quella di Amerhidil, una volta abitata da centinaia di persone. Cena e pernottamento in albergo.

 


7. Ouarzazate - Marrakech. Dopo una ventina di km la prima sosta d’obbligo è allo ksar Ait Ben Haddou, complesso famoso per la perfetta fusione con il paesaggio circostante, la semplicità dell’architettura e l’armonia delle proporzioni e dei volumi. Da lì ha inizio la “strada del sale”, ora asfaltata, in assoluto uno dei percorsi più spettacolari dell’Alto Atlante: si snoda sul fianco ripido della montagna, dove domina il rosso ferroso, e in basso, in grande contrasto, le coltivazioni e i villaggi di terra sembrano una creazione di favola, ma sono il frutto dell’accanito lavoro di generazioni. Qui gli agadir non sono più imponenti strutture di pietra ma grotte scavate nel canyon dove si accedeva solo con corde o sentieri ripidissimi. La strada termina a Telouet, villaggio di origine dell’ultimo pascià di Marrakech, che qui ha costruito una kasba di terra tanto imponente quanto fragile e ora abbandonata. Si serpeggia tra le montagne fino a raggiungere il Tiz-in Tichka, il silenzioso passo dal quale si domina tutto il Marocco: vallate aspre e selvagge, terrazze coltivate con caparbietà, giochi di luce sui monti circostanti, immensi spazi a perdita d’occhio. E si scende in un ambiente più verde, tra una vegetazione più ricca, fino a scorgere la grande piana e la Kotoubia, vanto e simbolo della leggendaria Marrakech. Pernottamento in hotel.

 


8. Marrakech. Visita autonoma a Marrakech. Tappe d’obbligo la medina e l’entusiasmante suk nel quale si trovano esposte merci d’ogni tipo, primi tra tutti gli oggetti in cuoio, le “marocchinerie”... Un’arida piana, all’orizzonte le vette dell’Atlante. Pare incredibile che proprio qui sia Marrakech, con la sua muraglia rossa, il suo rigoglioso palmeto, la solennità dei mausolei saadiani e la ricchezza degli edifici decorati da splendidi stucchi. La seconda giornata è dedicata alla visita libera della città, il cui cuore è Jemaa el-Fna. La piazza il mattino è il centro del commercio, affollata di bancarelle e di venditori all’asta. Dalla piazza parte il labirinto di vicoli del suk, dai magazzini pieni di stoffe, abiti e prodotti in pelle. Il pomeriggio Jemaa el-Fna è teatro di ogni sorta di spettacolo, dai saltimbanchi agli incantatori di serpenti, dai ballerini ai musicisti. Intorno un grande mercato di offerte gastronomiche, bibite, manufatti artigianali, profumi, spezie. Anche di notte l’afflusso permane, ed è il momento d’oro per chi offre cibo, caldo e odoroso, da accompagnare con il thé verde, zuccherato e forte, profumato con fragrante menta fresca. Pasti liberi. Pernottamento in hotel.

 


 9. Marrakech. Il mattino trasferimento in aeroporto e rientro in Italia.
 

 

 

 

 


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